Carmen Consoli My Citylife

Carmen Consoli My Citylife

I “must” di Carmen Consoli

Per l'edizione primaverile 2012 di MyCityLife Carmen Consoli scrive di suo pugno una serie di “must” gastronomici a Catania e dintorni.

Carmen Consoli è la “cantantessa” catanese per eccellenza e non ha bisogno di molte presentazioni. Le sue canzoni sono immerse di sicilianità e il suo legame con la città di Catania è sempre forte: profumi, colori, sensazioni che rimangono impressi e difficilmente si dimenticano.

Ho letto che il filosofo Empedocle, parlando delle nostre abitudini alimentari, sosteneva che “i siciliani mangiano come se dovessero morire domani”. Le parole del filosofo di Agrigento ancora oggi appaiono più che mai attuali. C’è, in questa considerazione, una graffiante osservazione su usi e costumi del nostro popolo, abituato ad attribuire al cibo una sorte di valore sacro, quasi fosse il rito più significativo della giornata. Come se dovessimo riempirci di chissà cosa, in preda ad un’ansia smodata di divorare, consumare e – consentitemi di dirlo – consumarsi. Lo dico perché al di là delle straordinarie proposte gastronomiche che la mia città offre bisognerebbe riflettere sulla pericolosità di certa alimentazione, sul consumo esagerato di cibo, un aspetto, questo, su cui illustri studiosi hanno lanciato da tempo un grido d’allarme. Ciò detto, so bene che non è facile resistere alle prelibatezze della mia terra per cui  ogni tanto si può anche fare un’eccezione e cedere alle lusinghe della nostra cucina!

Quando rientri dopo un lungo tour e senti sulle spalle la gioia ma anche la stanchezza dei lunghi viaggi, atterri a Fontanarossa e avverti subito un’energia che è mare e pietra lavica, acqua e fuoco. Catania ti fa subito l’occhiolino, potenza della nostra sintassi muta, e senza accorgertene ti ritrovi seduta ai tavoli della gelateria Quaranta, a gustare un’eccellente granita di mandorle. E’ la mia zona, che coincide con il cuore di Catania, la piazza Teatro Massimo, il mio passato – “Carmen dai le mani alla nonna che ti porta a mangiare le olivette di Sant’Agata”.

Tutte le volte che ritorno in Sicilia e ho la possibilità di fare un giro, il mio quartiere non smette mai di stupirmi, per la creatività della gente, spesso abituata ad inventarsi qualcosa per sopravvivere, soprattutto adesso che Catania appare meno vivace di qualche anno fa.

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A parte i ristoranti più blasonati e premiati dal Gambero Rosso mi fa piacere segnalare alcuni ristorantini del centro più tradizionali dove è possibile gustare una buona cucina tipica siciliana.

Una tappa consigliata per il pranzo è in via Biondi, alla Trattoria da Nino, dove si può gustare una caponata davvero speciale, senza dimenticare il resto di un menu curato e allettante: il polpo, la pasta alla catanese, il tonno o un trancio di pesce spada.

Se invece potete spostarvi un po’ dal centro abitato vi consiglio vivamente di proseguire fino ad Acicastello.

Durante il pomeriggio diventa assolutamente salutare una corsetta di almeno un’ora: è uno spazio a cui non posso e non voglio rinunciare sia quando sono in tour sia quando mi trovo a Catania, lontana dai clacson e dai frastuoni del centro abitato e ad un passo dal mare.

Il pomeriggio può offrire tanto da vedere ad un turista che si trovi a trascorrere qualche giorno a Catania: il Duomo nei giorni di S. Agata si trasforma in un salotto pieno di colori e profumi, dove si cammina a fatica tra ambulanti e venditori improvvisati di dolci di ogni tipo.

In quei giorni sconsiglio vivamente l’utilizzo di macchine che oltre ad inquinare formano immense code, a causa della cera presente sul fondo stradale; vi invito invece a visitare la Villa Bellini e proseguire poi per i chioschi storici di Piazza Umberto, per dissetarvi un po’ con alcune delle bevande tipicamente catanesi.

Senza dimenticare certo un piacevole giro da Musicland, un negozio di dischi dove sarete accompagnati dalla musica scelta da Nico Libra, un amico che si occupa di musica perché ama la musica.

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La sera Catania offre spunti interessanti per tutti i gusti: dai pub dove ancora si esegue musica rigorosamente live che accontenta gli appassionati di tutti i generi, agli spazi pensati per eventi artistici e culturali, come quelli organizzati da Reba, in via Sangiuliano.

Per la cena, c’è solo l’imbarazzo della scelta: la pizza la mangio alla Taverna Coppola, dove fanno anche la pizza di kamut.

Se volete restare nei dintorni del centro vi consiglio di andare alla trattoria la Pentolaccia, sempre in via Coppola: adesso il clima è più rigido e dovrete accomodarvi nel locale interno, ma durante la stagione primaverile vi consiglio di mangiare nello spazio esterno del locale, nell’attigua Piazza delle Belle, in pieno San Berillo.

In questa zona il lusso di nuove costruzioni alberghiere si confonde con la povertà, l’eccentricità del luogo soffoca tra la modestia di chi ci vive, come tutta la Sicilia d’altronde, isola dei contrasti.

Il menu della Pentolaccia spesso è recitato a voce perché ogni giorno viene consigliato un piatto diverso e freschissimo: io comunque voto per le pennette alla catanese, con alici, pomodoro, pinoli, finocchietto e mollica grattugiata, aggiunta direttamente sul piatto.

Godetevi questa terra, regalandole l’amore e il rispetto che la sua storia merita.