Pantalica

Ambiente e Natura, Luoghi naturalistici e riserve
- 96010 Pantalica
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    Andare a visitare la riserva di Pantalica vuol dire fare un’escursione nella storia, nella cultura e nella natura del sud-est siciliano. Dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 2005, si estende per 3.712 ettari nei territori di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo Acreide. L’area protetta comprende anche la Valle dell’Anapo ed il torrente Cavagrande. Nel corso dei millenni i due fiumi che ne percorrono l’area (Anapo e Calcinara) hanno scavato un profondo canyon, che ne caratterizza la morfologia.

    Il primo a raccontare di Pantalica fu Tucidide, che ne fissa la nascita nel 792 a.c. I primi abitanti di queste rocce furono i Siculi – “il popolo delle api” – così chiamati perché vivano nelle grotte che avevano scavato nella pietra, furono loro a costruire la necropoli, la più grande di Sicilia, con oltre 5000 tombe a grotticelle naturale, incavate nella nuda roccia.

    Dopo i Siculi, arrivarono i Greci che fortificarono Pantalica, ma che poi spostarono i loro interessi e insediamenti sulla costa, a Siracusa, abbandonando l’entroterra. Solo nel VI° secolo d.c queste zone tornarono ad essere abitate, quando i bizantini furono costretti dalle continue invasioni dei pirati a cercare rifugio negli altopiani dell’entroterra.

    Oltre l’indubbio interesse storico, la necropoli di Pantalica è una tappa obbligata per le sue bellezze paesaggistiche. Un’oasi dove d’estate è possibile immergersi nelle acque, color smeraldo, dei suoi laghetti. Piccoli paradisi, che regalano al visitatore momenti di assoluta pace a contatto con la natura. Un’attività praticabile è il torrentismo, risalendo la corrente del Calcinara ci si imbatte in scenari naturali entusiasmanti, ricchi di cascatelle, torrenti, grotte, e alte pareti calcaree, dove la luce del sole gioca con la fitta vegetazione, e regala movimenti di luce suggestivi. Anche flora e fauna danno spettacolo, molti escursionisti si recano a Pantalica per praticare il birdwaching, o semplicemente per stare a contatto con la natura incontaminata.

    Ingressi: Da Ferla (Stella di Filiporto) o da Sortino
    Percorso ciclo-turistico (ex linea ferroviaria).
    Ingresso Ovest della riserva 12 km (andata).