Randazzo

Cultura, Luoghi Tipici
Via Umberto - 95036 Randazzo
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Da provare la cucina locale a base di prodotti dell'Etna, come i "fungi di ferra".

Randazzo, sul versante settentrionale dell’Etna a 754 metri s.l.m., si trova in una zona intermedia tra i fiumi Alcantara e Simeto. Di origine medioevale, sul suo territorio si sono incontrate le più disparate civiltà: Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Aragonesi, lasciando tracce di alto valore documentario ed artistico. Sembra accertata la presenza di insediamenti umani nel territorio dell’attuale Randazzo a partire dal VI secolo a.C., come testimoniano i numerosi reperti archeologici risalenti a quell’epoca, rinvenuti nelle contrade S. Anastasia e Mischi.

Curiosità: fino al sec. XVI la città rimase divisa in tre quartieri in cui si parlavano tre diverse lingue: il greco nel quartiere San Nicola, il latino nel quartiere Santa Maria e il lombardo nel quartiere San Martino, a testimonianza che la città si formò dall’unione di tre differenti gruppi etnici.

Randazzo conserva intatto dal Medioevo un forte fascino. Il visitatore che percorre le sue strade e i suoi vicoli in pietra lavica può ammirare monumenti di notevole pregio architettonico. Degna di nota è la chiesa di fondazione sveva S. Maria, situata su Piazza Basilica. La facciata con campanile cuspidato è stata rifatta nel 1852-1863. Ha absidi duecentesche a forma di torrioni merlati, sul fianco destro vi è un suggestivo portale gotico catalano ed è completata da un repertorio di trifore, bifore e monofore. All’interno sono conservati affreschi, tele, marmi intarsiati di varie epoche, tra cui una pittura su tavola, posta sulla porta laterale destra, attribuita a Girolamo Alibrandi.
La Chiesa di San Nicolò, edificata nel ‘300, la più grande di Randazzo, fu rifatta nel 1583. L’interno a croce latina conserva numerose opere del Gagini, tra cui una statua di San Nicola in Cattedra e un fonte battesimale di stile gotico. La Chiesa di San Martino, di fondazione sveva, presenta uno splendido campanile del ‘300. Al suo interno sono conservate opere di scuola gaginesca e un polittico attribuito ad Antonello de Saliba. Caratteristici sono pure la Casa Spitaleri del XIV secolo, i ruderi delle mura medioevali con la Porta di S. Martino del 1753 e il Castello Svevo, più volte rimaneggiato, che oggi è sede del Museo Archeologico “Paolo Vagliasindi”, con reperti che vanno dal Neolitico all’epoca siculo-greca. A breve distanza dal centro abitato si trova l’abbazia benedettina di Maniace, fondata nel 1174 da Margherita, madre di Guglielmo II, e nel 1799 donata all’ammiraglio Nelson con la ducea di Bronte.

Uva da vino, nocciole, olive, mandorle, castagne sono i principali prodotti agricoli. I “fungi di ferra” (gustoso fungo locale il cui nome scientifico è pleurotus ferulae) costituiscono l’ingrediente caratterizzante della migliore cucina locale. L’artigianato invece offre oggetti in pietra lavica, rame, legno, ferro battuto, terracotta e vetro artistico.

 

Per gentile concessione della Provincia regionale di Catania.