Forse ignoravi che sono molte le leggende ambientate nel territorio siracusano. Alcune di queste puoi conoscerle alla Casa dei Miti di Siracusa: si tratta di un’esposizione permanente multimediale ed interattiva sulla mitologia greca. Ma, più in generale, quali sono le principali leggende siracusane? E ammirando quali luoghi potrai scoprirle?

Tra le leggende più famose, ricordiamo quella in cui il giovane Alfeo s’innamorò, non essendo ricambiato, della ninfa Aretusa.  Stanca dell’insistenza, la ninfa chiese aiuto ad Artemide: così, la dea la trasformò in una fonte sul lido di Ortigia (la cosidetta “fonte Aretusa”). Alfeo allora chiese aiuto agli Dei, che lo trasformarono in un fiume che nascendo dalla Grecia e percorrendo tutto il Mar Ionio si unì all’amata fonte attraverso una fonte di acqua dolce: si tratta del cosiddetto “Occhio della Zillica”, che sgorga nel Porto Grande di Siracusa a poca distanza dalla Fonte Aretusa. Oggi il viale siracusano che costeggia la Fonte Aretusa si chiama proprio Lungomare Alfeo.

Alla Pillirina, una grotta carsica situata sulla punta più estrema delle penisola siracusana della Maddalena, la cosiddetta “punta del gigante“, si racconta la leggenda di una ricca ragazza che s’innamorò – contro il volere dei genitori – di un marinaio. Lo incontrava in una grotta dove si amavano durante le notti di luna piena. Un giorno il marinaio, travolto da una mareggiata mentre andava in barca, non si presentò all’appuntamento. La ragazza, devastata dal dolore, si uccise. Si dice che da allora i marinai, passando davanti la grotta durante le notti di luna piena, scorgano ancora la sagoma della fanciulla, in attesa del suo amato.

Come non ricordare, poi, due sorelle siracusane che gareggiavano per scoprire chi fosse la più bella. Un giovane dichiarò vincitrice la sorella maggiore e se ne innamorò. La fanciulla più giovane, invece, si fidanzò con il fratello del giudice. Per ringraziare la dea dell’amore, le due sorelle decisero di erigere un tempio dedicato ad Afrodite Callipige.

O l’amore di Ciane e Anapo. Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, dea della vegetazione e dell’agricoltura, era intenta a raccogliere fiori insieme ad alcune ninfe presso le rive del lago Pergusa Ade, innamorato della fanciulla, decise di rapirla. La ninfa Ciane reagì al rapimento aggrappandosi al cocchio di Ade, nel tentativo disperato di trattenerlo. Il dio incollerito, la percosse col suo scettro e la trasformò in una sorgente dalle acque color turchino (cyanos in Greco vuol dire appunto turchino). Il giovane Anapo, innamorato della ninfa Ciane, vedendosi liquefare la fidanzata, si fece mutare anch’egli nel fiume che ancor oggi, al termine del suo percorso si unisce alle acque del Ciane, per versarsi nel Porto Grande. Si narra che Persefone rimane nell’Ade per quattro mesi all’anno (i mesi in cui la madre Demetra, ci manda l’inverno), mentre nei restanti otto mesi ritorna sulla terra insieme ai mesi primaverili, estivi e autunnali.

Archimede e il suo eureka! La centrale piazza Archimede è omaggio allo scienziato che, tra le mille invenzioni, trovò la soluzione a una complicata richiesta propostagli da Gerone II: scoprire se una corona che gli avevano regalato, fosse d’oro o meno. Tutto questo, senza danneggiare la corona stessa. Archimede – esclamando il celebre Eureka! – scoprì che bastava immergere la corona in acqua e poi immergere lo stesso corrispettivo in monete d’oro.  Scoprendo che i due oggetti non muovevano le stesse quantità d’acqua, capì che la corona non era d’oro.